DoloMythos

Ciao a tutti !

 

Probabilmente gli anni trascorsi dalla mia visita al Museo di Storia Naturale, di Londra, ed a quello dei Fossili, di Bolca, mi hanno “annebbiato” il ricordo ma non credo di aver vissuto le stesse sensazioni che ho provato nel visitare il museo (privato) DoloMytos, che da poco più di un anno è stato aperto a San Candido (Innichen), in provincia di Bolzano.

 

Senza dubbio, l’aver conosciuto personalmente il Sig. Michael Wachtler e l’aver compreso “a pelle” il suo amore per tutto quello che riguarda la sua terra ed, in modo particolare, la ricerca dei fossili, mi ha messo in condizioni di comprendere al meglio lo spirito con il quale è stata ideata la stupenda raccolta di reperti e documenti che caratterizzano questo museo, che si “sviluppa” in quelle che probabilmente erano le cantine della casa padronale nella quale, ora, è stato aperto anche un ottimo ristorante.

 

Sono stato così colpito dal “desiderio di raccontare”, di quanti hanno partecipato alla realizzazione di questo progetto che, appena tornato a casa, ho sentito la necessità di “ridurre gli scatti fatti” (con l’utility messa a disposizione da Windows) per poi postare questa ridottissima serie di foto.

Mi piange il cuore al solo pensiero delle foto che, per non intasare questo topic, non ho potuto postare.

 

Non avendo una foto d’apertura ragionata, in precedenza, inizio con la figura che si trova sulla busta nella quale è stato messo un souvenir che ho acquistato, nello stesso locale.

Seguono una foto dell’ambiente che “precede” l’ingresso del museo e, successivamente, quella di una parete della prima stanza, dalla quale parte il percorso; le altre foto sono presentate con la stessa progressione con la quale sono state scattate.

Ho cercato di inserire qualche elemento particolare presente in ogni stanza ma, non avendo riletto le foto selezionate, non sono sicuro di essere riuscito a dosare questi particolari nel modo opportuno.

L’idea c’è stata ma la stanchezza si fa sentire e so, per esperienza, quanto è lungo postare, una ad una, tutte le foto selezionate.

 

 

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Non so chi siano questi signori, minacciava pioggia ed io e mia moglie dovevamo tornare a Valdaora ma ….. giovedì, quando ci sarà la  “Summer-Fest (con la relativa grigliata) tornerò sul luogo del delitto e mi informerò meglio sui soggetti di questa immagine, catturata da uno dei vari monitor e schermi.

Non avevo ancora percorso molta strada ma già sentivo che l’atmosfera che si viveva era particolare e che quei due volti meritavano di essere ripresi.

 

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La prima teca 

 

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Andiamo avanti ….

 

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Questa è una stanza particolare ….. la ragazza sta preparando “le sorprese” che i bambini potranno scovare, scavando nel brecciolino.

Non vi avevo detto che questo museo è realmente particolare ?

 

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Una delle tante ricostruzioni dei fossili, quando erano viventi

 

 

 

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Credo che, a questo punto, vi siate ambientati anche voi ….. ora andiamo un po’ più spediti

 

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Su questa foto devo per forza fermarmi.

Questa è la gola nella quale è stata trovata la prima serie di fossili. Più avanti vedremo come ….

 

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Qui di seguito, la teca che ricorda il primo direttore dell’Imperiale Istituto di Geologia, di Vienna.

Organizzo molte spedizioni sulle Dolomiti e, come recita il foglio illustrativo, aprì il sapere verso queste montagne.

 

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Come si già iniziato a vedere, nelle teche ci sono anche delle raccolte di cimeli della “storia delle Dolomiti, più recente”.

 

In questo caso, mia moglie è davanti ad una delle teche che ricostruiscono parte delle legende locali.

 

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Comunque i fossili non sono finiti

 

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Ed ecco un’immagine del video che racconta come si è formata la fenditura nella quale si è trovata buona parte dei reperti qui in mostra.

 

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In questo scatto si vedono alcuni reperti legati agli uomini primitivi che sono vissuti in queste terre

 

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In una piccola saletta, ancora un video che “racconta” come sono stati raccolti questi reperti.

 

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E la visita continua …..

 

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Ho trovato questo e gli altri disegni, arricchiti da reperti, particolarmente interessanti ed in grado di avvicinare il visitatore al tipo di lavoro svolto dai ricercatori 

 

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La foto che segue merita una presentazione a parte.

Nel 1987 Willy Costamoling rinvenne, a 3000 metri, sulle montagne Conturines, una caverna con numerose ossa dell’orso delle caverne, vissuto nell’era della glaciazione.

 

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La foto che segue è stata ripresa da un piccolissimo monitor; non so chi sia il soggetto ripreso ma la posto ugualmente perché mi ricorda quando facevo speleologia…..  anche a me, tanti chili fa, è capitato di entrare od uscire fa buchi di quella dimensione.

 

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Siamo quasi alla fine del percorso e stanno “venendo fuori i ricordi più recenti” ….

 

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Volevo mettere la parola fine ma questa teca, se non erro, ha qualcosa di veramente interessante e non potevo saltarla

 

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Anche se vorrei andare avanti perché questa visita mi ha fatto tornare indietro nel tempo e ricordare le palpitazioni che mi dava il ritrovare qualcosa che il tempo “aveva nascosto”, mi fermo qui

 

:saluti:

 

 

 

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