Guadagnare 2000 euro al mese con una Eos 700d

Associazione Nazionale Canon Club Italia

Guadagnare 2000 euro al mese con una Eos 700d

Stando a quello che si legge in giro, Youtube è il modo più naturale per guadagnare per una persona che si affaccia al mondo del video. Sulla stampa tradizionale o sui servizi televisivi che cercano di darsi un’aria innovativa intercettando i fenomeni di tendenza, sembra che il giochetto sia fin troppo facile: ci si iscrive, si pubblica un video, si viene visti da milioni di persone e si viene pagati. In realtà, premesso che manca un passaggio, ovvero ricevere la partnership, che non è di per sé un’operazione scontata, la sequenza di eventi è vera, come quella del ragazzino che inizia a giocare a calcio all’oratorio ed arriva in serie A.

Ve lo dico numeri alla mano perché, nonostante Google mi vieti di rivelare i guadagni, con 150 mila visualizzazioni totali che, credetemi, sono alla portata di meno dell’1% di quelli che aprono un canale in Italia, ho incassato 60 dollari, quindi, dovessi campare di quello, o anche solo considerarlo un secondo reddito, sarei il classico bamboccione nullafacente che vive ancora con la paghetta dei genitori in un età che, un paio di decenni fa, per molti già significava baby pensione.

Il mondo della stampa è così: ad inizio millennio, poco prima del boom di internet 2.0, ebbe una notevole ribalta mediatica l’argomento “street TV”. In pratica uno prendeva un antennone abusivo, lo piazzava su un’altura, oscurava il segnale dei canali tradizionali e, all’interno di un quartiere, se lo spettatore risintonizzava il televisore, poteva vedere qualche ora al giorno le trasmissione irradiate da questo hacker analogico. Pagine e pagine di inchiostro per un fenomeno che ha interessato mille persone al massimo, 4 anni prima di Youtube che, lo ricordo, permette a chiunque di caricare un video gratuitamente e renderlo fruibile ad ognuno dei miliardi di utenti collegati in rete, senza bisogno di antennoni e di risintonizzare la televisione.

Tutte cose che dico non per sentito dire, ma perché sono una vittima di una società che va a due velocità: da una parte quello tradizionale, che perde giorni sull’interpretazione di una parola detta da un politico, dall’altra quello che sta venendo avanti, che è strettamente legato ad internet e dove vige una regola sconosciuta ai salotti televisivi: il pragmatismo.

Dopo aver compreso, numeri alla mano, che Youtube non mi avrebbe portato da nessuna parte, ho cominciato a guardare le cose da una prospettiva diversa. Una decina d’anni fa, come secondo lavoro, accanto agli ultimi scampoli della mia attività di cortometraggista, producevo spot per schermi giganti che venivano messi in luoghi di forte passaggio di persone, tendenzialmente centri commerciali. Era già il periodo della riduzione dei guadagni, quindi si lavorava sempre di più e si prendeva sempre meno, vista l’estrema concorrenza e la frammentazione dell’offerta pubblicitaria. Un amico, mi suggerì che esistevano dei siti che vendevano foto professionali che mi avrebbero permesso di risparmiare tempo. In altre parole, anziché girare video perdendo ore per poi trovarmi con il committente che in un secondo mi diceva “non va bene, rifallo”, potevo acquistare le immagini, animarle ed arrivare al prodotto finito ad un costo tutto sommato contenuto.

Quella scoperta prolungò di poco l’agonia professionale di quel mio secondo lavoro, perché la rivoluzione produttiva che stava avvenendo non si contrastava riducendo i costi, ma semplicemente cambiando settore. Mi permise però di passare dall’altra parte della barricata in un ambiente che, essendo nuovo, come tutti quelli nati con internet privilegiava i primi arrivati.

Inizialmente caricai un centinaio di foto e, vendendo subito qualcosa, capii che non era la solita fregatura stile partnership Youtube. Passai subito dopo ai video, cosa che, sempre per il discorso di anticipare gli altri, fu una manna dal cielo perché era proprio il periodo in cui quegli stessi siti stavano lanciando le collezioni di stock footage. Sarebbe complicato e lungo spiegarvi tutto il resto, ma il finale è che a dieci anni distanza oggi porto a casa almeno duemila euro al mese con quell’attività. Il tutto girando prima con una      EOS 550D e poi con una EOS 700D. Se volete fare come me ho creato un sito dove racconto nei particolari questa storia e dove insegno a tutti gli amanti del video a guadagnare con la loro passione.

Daniele Carrer

www.stockfootage.it

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