Museo della Marineria – reportage

La vita dei marinai era abbastanza stereotipata e legata ad uno stile di vita essenziale e duro, da come si puo’ vedere le imbarcazioni stesse non garantivano una perfetta stabilità correndo sull’acqua, ed i pescatori ci passavano spesso periodi di tempo lunghi costretti ad arrangiarsi con pipe in terracotta, senza calzature che spesso ricavano direttamente da ciocchi di legno pesanti, scomode e poco sicure, il loro vestiario – quasi una divisa – era custodito in un baule assieme a pochi arnesi personali comprendendo anche quelli per l’igiene personale…. Fa impressione vedere che la sopravvivenza in mare sostanzialmente era legata alla padronanza ed alla maestria di alcuni semplici attrezzi con cui tutti i giorni sfidavano il mare, che a volte non perdonava ed inghiottiva oltre alle imbarcazioni i poveri marinai che non sempre sapevano nuotare. Essi affidavano al mare ed a Dio il proprio carico, la propria vita e quella dei loro famigliari. Durante la “bonaccia” oppure i trasferimenti lunghi si trovava il tempo anche per dei passatempi che, come il vestiario, le funi e le poche calzature, venivano ricavate da legno, metallo e materiale scelto ed anche di risulta vario in quanto in mare spesso vi era solo l’essenziale…. Le reti da pesca spesso erano ricavate da tessuti o materiali scelti lavorati e resistenti in modo da garantire la massima resa nell’utilizzo, utilizzo che richiedeva sempre una grossa componente fisica e mentale. Purtroppo come si puo’ vedere ci sono state numerose vittime in disastri navali, i cui resti recuperati vengono celebrati spesso in nome dei dispersi in quanto erano e rimangono le uniche cose che possono testimoniare l’esistenza di quella imbarcazione e dell’equipaggio stesso.
Reportage sulla storia della vita marinara della costa settentrionale dell’adriatico, usi costumi ed imbarcazioni utilizzate fino agli anni 50 come mezzi di servizio ed occasionalmente ancora oggi, sia come mezzi da diporto che come mezzi di servizio:
foto da 1 a 4: Esemplari degli anni 20 in servizio fino agli anni 70, dapprima a vela e poi motorizzati. Foto 5: Motorizzazioni dai primi anni 30 agli anni 70 alcuni perfettamente funzionanti. Foto 6: Imbarcazione “Battana” degli anni ’40. Foto 7: Imbarcazione “Lancia” degli anni ’40. Foto 8: Imbarcazione “Sandolo” dei primi anni del 900. Foto 9: Zoccoli ed elementi di “prima necessità” che formavano il bagaglio personale di bordo: vi erano tra l’altro pipa, coltello, ami, aghi per rammendare le reti da pesca e/o corde etc.. Il tutto spesso contenuto assieme al vestiario in un baule foto 10. Foto 11 I passatempi che i marinai si creavano a bordo o si creavano per ingannare il tempo eventualmente libero a bordo. Foto 12: Strumenti per rendere la navigazione piu’ sicura possibile. Foto 13: Polizza di affidato carico, notare la formula “.. Ho caricato a nome di Dio ed a buon salvamento una volta tanto….”. Foto 14: particolari di finitura delle imbarcazioni dove spesso si poteva leggere il nome oppure la “data di nascita” dell’imbarcazione, Altri servivano a proteggere o rinforzare determinate parti dello scafo stesso. Foto 15: Le reti da pesca… A strascico piuttosto che da fondo oppure a trappol ed altre tipologie di reti che consentivano di catturare pesci di diverse caratteristiche. foto 16: Relitti di guerra recuperati in mare in uscite di pesca spesso a prezzo di grossi rischi per le persone dell’equipaggio, Nella foto si puo’ vedere, tra gli altri, un motore utilizzato nei bombaridieri b17 della 2a guerra mondiale. Foto 17: I naufragi… Questi pezzi di navi sono quello che rimane di imbarcazioni che a volte sono sparite, inghiottite dal mare, poco lontano dalla riva al rientro in porto… Ho scelto quella dove il timone è evidentemente martoriato dalle botte sul fondo e fa capire bene la forza cn cui è stato scagliato sul fondale. Foto 18: il commiato… Dopo un viaggio durato piu’ di un secolo possiamo accomiatarci con il soccorso del piu’ moderno ed utilizzato “moscone” proprio per il salvamento.
Grazie della visione.
spero sia stato gradito.
La vita dei marinai era abbastanza stereotipata e legata ad uno stile di vita essenziale e duro, da come si puo’ vedere le imbarcazioni stesse non garantivano una perfetta stabilità correndo sull’acqua, ed i pescatori ci passavano spesso periodi di tempo lunghi costretti ad arrangiarsi con pipe in terracotta, senza calzature che spesso ricavano direttamente da ciocchi di legno pesanti, scomode e poco sicure, il loro vestiario – quasi una divisa – era custodito in un baule assieme a pochi arnesi personali comprendendo anche quelli per l’igiene personale…. Fa impressione vedere che la sopravvivenza in mare sostanzialmente era legata alla padronanza ed alla maestria di alcuni semplici attrezzi con cui tutti i giorni sfidavano il mare, che a volte non perdonava ed inghiottiva oltre alle imbarcazioni i poveri marinai che non sempre sapevano nuotare. Essi affidavano al mare ed a Dio il proprio carico, la propria vita e quella dei loro famigliari. Durante la “bonaccia” oppure i trasferimenti lunghi si trovava il tempo anche per dei passatempi che, come il vestiario, le funi e le poche calzature, venivano ricavate da legno, metallo e materiale scelto ed anche di risulta vario in quanto in mare spesso vi era solo l’essenziale…. Le reti da pesca spesso erano ricavate da tessuti o materiali scelti lavorati e resistenti in modo da garantire la massima resa nell’utilizzo, utilizzo che richiedeva sempre una grossa componente fisica e mentale. Purtroppo come si puo’ vedere ci sono state numerose vittime in disastri navali, i cui resti recuperati vengono celebrati spesso in nome dei dispersi in quanto erano e rimangono le uniche cose che possono testimoniare l’esistenza di quella imbarcazione e dell’equipaggio stesso.
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