Ballo a villa d’elboeuf

Dimora sfortunata questa villa d’Elboeuf, quanto questa sfortuna è dovuta ad eventi storici casuali e quanto all’incuria degli uomini ? Difficile a dirsi, o forse ad ambedue le cose. Abitata solo dagli spiriti dei nobili del 700.
La villa d’Elboeuf, un palazzo settecentesco di Portici (NA); prima, in ordine cronologico, delle ville vesuviane del Miglio d’Oro. É un’imponente palazzo a 4 piani che affaccia direttamente sul mare. Per la sua costruzione furono utilizzati anche marmi, decorazioni, bassorilievi ecc. sottratti agli scavi della vicina Ercolano.
Nel 1742 il re Carlo di Borbone acquistò la villa trasformandola in dependance della vicina reggia di Portici, della quale costituiva anche l’approdo dal mare. I complessi della reggia, della villa della favorita e la villa Elboeuf costituirono un tutt’uno dove il re si spostava in piena sicurezza.
La villa contiene uno dei primi complessi balneari dell’epoca, fu costruito nel 1813 per volontà di Carolina Bonaparte, fu chiamato “I bagni della regina”. Il complesso è un emiciclo con 24 cabine distribuite su 2 piani.
Nel 1839 i Borboni costruirono la prima linea ferroviaria italiana, la Napoli-Portici. La linea passava sul retro del corpo principale della villa . Pertanto questa residenza del re acquistò anche accesso diretto dalla nuova linea ferroviaria.
La ferrovia tagliò la continuazione tra il palazzo ed il grande parco retrostante. Questo ne causò anche il suo declino, infatti con l’unità d’Italia, il tracciato ferroviario costituì la parte iniziale della Napoli-Salerno-Reggio Calabria, distruggendo l’unità architettonica e l’armonia del complesso.
Con l’unità d’Italia la villa passò al demanio dello Stato. Restò inutilizzata per molto tempo, con continui saccheggi delle opere d’arte. In particolare furono asportati tutti i marmi ed i bassorilievi romani, provenienti dagli scavi di Ercolano. Successivamente fu stabilmente occupata abusivamente da senza tetto.
Nel 2008 fu sgombrata dagli abusivi ed iniziarono i lavori di ristrutturazione, ma il 2 giugno dello stesso anno, erano appena finiti i lavori d’impalcatura, un violentissimo incendio devastò la struttura distruggendo le travi in legno dei i solai che crollarono, l’incendio distrusse anche parte del tetto e gli infissi in legno interni ed esterni.
Adesso l’edificio, versa in uno stato di grave fatiscenza, stretto tra mare e ferrovia Napoli-Reggio Calabria, lasciata al suo destino, dimenticata da tutti.
Questa sfortunata villa ha retto a tante calamità naturali, compreso il terremoto dell’ottanta, ha retto ad atti di vandalismo d’ogni genere, continuerà a reggere a questa incuria degli uomini.
Adesso sono iniziati i lavori di restauro, ma quelle anime accetteranno o come è credenza popolare si ribelleranno? Per adesso io li ho fatti ballare.