Cala Mariolu via terra

Ciao a tutti: è la prima volta che provo a fare un reportage di questo tipo, ma il posto ne vale la pena, quindi tenterò…
Is Puligi de Nie (le pulci di neve) o Cala Mariolu è una delle più belle spiagge della Sardegna. Situata nel territorio del Comune di Baunei, nella provincia dell’Ogliastra è una delle numerose spiagge che compongono il Golfo di Orosei, nella costa orientale dell’Isola. Il toponimo originale Is Puligi de Nie deriva dalla particolare conformazione della spiaggia: essa è, infatti, formata da un enorme numero di piccoli sassolini bianchi dalle dimensioni più disparate, compresi dei piccolissimi sassolini che conferiscono alla spiaggia il suo nome. Il soprannome italiano Cala Mariolu si dice derivi da un detto di un pescatore napoletano che era solito collocare il pesce appena pescato all’interno di una piccola grotta nei pressi della spiaggia, senza sapere però che in tutta la Costa Baunese fosse presente la famosa Foca Monaca (attualmente scomparsa) che era solita mangiare il pesce nascosto. Il pescatore, che non conosceva l’esistenza della foca, esclamò “Acca cestà o’ Mariolo” (mi perdonino gli amici napoletani se la scrittura non è corretta), esclamazione che diede il nome a questa cala.
Cala Mariolu, come tante altre Cale del golfo, è raggiungibile comodamente via mare (numerosi [purtroppo] sono i barconi per il trasporto dei turisti e i noleggi di piccole imbarcazioni) o, meno comodamente, via terra: questa è la strada che abbiamo scelto io e i miei compagni di escursione, sia per godere dei meravigliosi paesaggi visibili unicamente percorrendo l’antica via dei carbonai, sia perché (sia per i sardi che per i “continentali”) è una delle cose assolutamente da fare almeno una volta nella vita.
Ma passiamo al momento della partenza: dopo una sveglia all’alba, i vari preparativi e gli incontri con gli amici, siamo giunti a Baunei intorno alle 9 del mattino. Da qui si prende la strada che porta all’altopiano di Golgo e, dopo aver percorso circa una ventina di minuti su strade sterrate, si a giunge ad uno spiazzo dove si lascia l’auto. Proseguiamo quindi a piedi in direzione Nord addentrandoci nell’altopiano che ci regala dei paesaggi mozzafiato, ma che non rivelano assolutamente la presenza del mare, almeno finchè non ci troviamo davanti il primo, spettacolare, scorcio:
possiamo infatti godere di una prima vista sul Golfo di Orosoei e sul paesino di Cala Gonone (nel comune di Dorgali).
Continuiamo a camminare e, dopo circa 40 minuti di camminata e mentre l’altitudine continua a salire, raggiungiamo dei vecchi ovili obbandonati: i “Cuiles de S’Arcu ‘e su Tasaru”:
Il cartello ci informa che per raggiungere la cala manca “solo” un’ora e venti minuti
Lasciandoci gli ovili alle spalle, continuiamo ad avanzare in salita in direzione Nord fino a raggiungere la quota massima di 560 m slm, per poi scollinare e godere improvvisamente di panorami ancora più spettacolari: da un lato il Supramonte di Baunei, dall’altra lo splendido Golfo di Orosei!
Dopo aver superato una passerella in ginepro, ci troviamo su una pietraia una pietraia e, davanti a noi, vediamo uno spettacolare arco di roccia scavato nella parete:
Dopo le foto di rito con gli amici, si supera una piccola porticina in ginepro (come tutte le costruzioni realizzate per facilitare il sentiero) e ci si trova dall’altra parte dell’arco, con una vista (se possibile) ancora più bella (ma altamente sconsigliata a chi soffre di vertigini):
Si continua a scendere e, passando sopra un traballante scalone chiamato “Iscal’ e fustes”, superiamo un dislivello di circa 10 metri che, prima dell’introduzione di questo e degli altri scaloni, rendevano estremamente più complicata la discesa alla cala. Continuiamo a scendere fino ad entrare nel fitto bosco di lecci, dove inizia l’antico sentiero dei carbonai. All’interno del bosco, negli spiragli tra gli alberi, vediamo il blu del mare tra le foglie che ci fa’ pensare di essere ormai vicini: non è esattamente così
Superato il bivio che porta al sentiero per raggiungere la Spiaggia dei Gabbiani, arriviamo all’antico forno realizzato dai carbonai nel secolo scorso (e di cui ovviamente non ho scatti decenti -.-”’). Continuiamo a scendere e le sempre più frequenti aperture nel bosco e i sentierini (larghi a malapena per il passaggio di un uomo) a ridosso di burroni che portano direttamente al mare (parecchie decine di metri più in basso) ci regalano panorami sempre più belli caratterizzati da acque cristalline:
FInalmente si arriva a uno spiazzo sulla scogliera che sovrasta la spiaggia e che ci regala la prima vista della tanto agognata cala:
Altre due scale a pioli in legno ci consentono di superare l’ultimo dislivello sulla scogliera per arrivare finalmente sulla spiaggia! Il tutto in neanche 2 ore e 20 comprese le soste per abbeverarsi e scattare le foto di rito.
Sono quindi ormai passate le 12 quando mettiamo piede in spiaggia e, dopo esserci liberati degli zaini, delle scarpe (che tra l’altro ho avuto la sfortuna di distruggere poco dopo la partenza) e dei vestiti sudati, ci immergiamo in un meritatissimo bagno ristoratore Un paio d’ore dopo è tempo di pranzare e fare qualche scatto, sia agli amici che mangiano che allo spettacolo naturale in cui ci troviamo immersi:
Purtroppo, data la posizione della cala e la bella stagione che volge al termine con le giornate che si accorciano sempre più, è necessario rivestirsi e riprendere il sentiero. All’andata abbiamo affrontato 6 km di sentiero con un dislivello in salita di circa 100 metri e un dislivello in discesa di oltre 550: al ritorno, ovviamente, salita e discesa si invertono, rendendo il viaggio di ritorno notevolmente più faticoso. E così, dopo 3 ore di camminata in salita (comprese pause ristoratrici) ci ritroviamo stanchi ma soddisfatti sull’altopiano del Golgo dove, a mo’ di ricompensa ci attendono alcuni esemplari della fauna selvatica locale e uno spettacolare tramonto sopra l’Ogliastra!
D.
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