Fotografare le stelle, un estratto di Cabas Vidani

Associazione Nazionale Canon Club Italia

Fotografare le stelle, un estratto di Cabas Vidani

LA TECNICA

Il mio personale approccio alla fotografia delle stelle è un approccio “paesaggistico”. Mi piace immortalare una porzione grande di cielo, includendo anche soggetti in primo o secondo piano, allo scopo di infondere in chi guarda quella stessa sensazione di vastità che permea la mente di chi osserva a occhio nudo la volta celeste.
Ritengo che l’addentrarsi in profondità alla scoperta di quell’incredibile distesa senza orizzonte sia un argomento indiscutilmente affascinante, ma allo stesso tempo disorientante.
Per “penetrare il cielo” sono necessarie conoscienze e strumenti molto specifici, e questi argomenti sono propri di ambiti più tecnici quali l’astrofotografia e l’osservazione a telescopio.

Il primo principio, banale ma fondamentale, che sta dietro la fotografia delle stelle è: “la terra ruota!”.
E’ un postulato ovvio e scontato, ma vedremo quanto questo semplice concetto sia importante al nostro scopo.

Guardando a occhio nudo le stelle, infatti, tutto sembra immobile, eterno, e non abbiamo nessun riferimento visivo che ci faccia realmente percepire il moto costante che governa l’universo.
Attraverso la fotografia, invece, le cose cambiano.

Nel momento in cui scattiamo una foto, infatti, creiamo una “mappa” precisa di come appare il cielo in quell’istante. Da lì in poi il lento movimento di rotazione terrestre farà si che le stelle si “spostino” piano piano all’interno della nostra fotografia. Data l’enorme distanza, il movimento non è immediatamente percepibile, ma esiste comunque un tempo “limite” a cui dobbiamo attenerci per far si che le stelle risultino puntiformi nella nostra foto.

Questo tempo limite dipende strettamente dal valore di focale che stiamo utilizzando, e da una variabile numerica assoluta.
L’equazione prende il nome di “REGOLA DEL 600” :

T = 600 / F , dove F è la focale equivalente che stiamo attualmente utilizzando.

Se quindi scatto con una focale di 10mm su sistema APS-C Nikon (che ha un fattore di moltiplicazione di 1.5x) il calcolo sopra riportato mi dice che il mio tempo di scatto massimo sarà di 40s (600 / 15).

Chiaramente questa formula è da “prendere con le pinze”, perchè in realtà il “mosso” delle stelle dipende anche da altri fattori, quali la loro distanza dalla terra e la loro distanza dalla stella polare, per cui facilmente ci saranno ai lati delle stelle che appariranno comunque come delle “scie”. Infatti si legge spesso di utenti che invece del numero 600 utilizzano 550, o addirittura 500. Inutile discutere! hanno tutti ragione! 🙂
Con ogni calcolo ci saranno solamente più o meno stelle puntiformi.
Personalmente ritengo che la cosiddetta “regola del 600” sia un “ottimo compromesso”.

 

 

 

Su questo bellissimo (a mio parere) articolo mi sono permesso di fare un paio di tabelle sulla famosa regola del 600. Si sa mai tornino utili. Io non ho ancora provato (lo faro domani sera cielo permettendo) ma sono fiducioso.

Ve le allego a uso e consumo.

 

 

 

DISCLAIMER:

E’ adattata per canon APSC (x1.6)

Se fotografando invece che stelle viene fuori una cosa simile alla Merkel non venitemi a cercare.  :birgits_nogrin:  :birgits_nogrin:  :birgits_nogrin:  :birgits_nogrin:  stessa cosa vale per gli omini grigi   :alieno:  :alieno:  :alieno:  :alieno:

 

 

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